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LA REGIONE MEDITERRANEA DESTINAZIONE PRIVILEGIATA PER GLI INVESTIMENTI STRANIERI di Gaia Bay Rossi – Numero 1 – Luglio 2015

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destinata ad accogliere, nei prossimi anni, investimenti superiori a quelli dell’Europa continentale, dell’Africa e dell’Asia. Difficile a credersi, ma stiamo parlando dell’area mediterranea, ad onta della crisi greca e delle difficoltà economiche di Spagna, Italia e Francia.
Le previsioni non sono nostre: provengono da una fonte internazionale che gode di una reputazione acclarata, la Ernst & Young. Secondo quest’ultima, infatti, la regione mediterranea rappresenta una delle destinazioni privilegiate per i progetti di investimento stranieri, e i risultati saranno tangibili e sotto gli occhi di tutti già a partire dal decennio 2020-2030.

Secondo Ernst & Young, la Regione è ricca di idee, energie e competenze non ancora sfruttate. 
Il Mediterraneo ospiterà più di 750 milioni di persone entro il 2040, con un potere d’acquisto sempre più crescente. Quella del Mediterraneo è considerata un’area più attrattiva dell’Europa (51%), dell’Africa (60%) e dell’Asia (52%).

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* I 27 Paesi presi in considerazione dal BaroMed sono: Albania, Algeria, Bahrein, Bosnia Erzegovina, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Malta, Montenegro, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi Uniti.
** In linea con il Worldwide Tourism Organization (UNWTO), secondo una cui ricerca a lungo termine, gli arrivi di turisti nelle destinazioni del Mediterraneo nel 2030 raggiungeranno i 500 milioni. 
***Si vedano in proposito i dati ottimistici del Population Reference Bureau e gli studi del prof. Fawaz A. 
Gerges della London School of Economics. Il prof. Gerges è un accademico libanese-americano e autore con esperienza sul Medio Oriente, politica estera statunitense, relazioni internazionali, Al Qaeda e relazioni tra il mondo islamico e occidentale. Gerges è un importante intellettuale e uno dei più importanti studiosi al mondo del Medio Oriente. È apparso sulle reti televisive e radiofoniche di tutto il mondo, incluse la CNN, ABC, CBS, BBC e Al Jazeera.
“L’IS è molto più fragile di quanto Baghdadi ci vorrebbe far credere. La sua chiamata non ha trovato seguaci né tra i predicatori, né tra i dirigenti di organizzazioni islamiche jihadiste internazionali, mentre gli studiosi islamici – tra cui i religiosi salafiti più importanti – hanno respinto la sua dichiarazione come nulla. 
Finché IS ha una serie di successi, si può allontanare con la sua povertà di idee e diffusa opposizione da parte dell’opinione pubblica musulmana: promette utopia e la esprime vincendo. La sfida del gruppo è che una volta che i suoi progressi vengano controllati, la sua mancanza di un’ideologia coerente accelererà il suo degrado sociale”. (www.bbc.com/news/world-middle-east-30681224).

LA REGIONE MEDITERRANEA DESTINAZIONE PRIVILEGIATA PER GLI INVESTIMENTI STRANIERI

 

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“Se si continuerà a promuovere l’integrazione e la collaborazione all’interno dei Paesi del Mediterraneo, nei prossimi anni la mappa mondiale sarà arricchita dalla nascita di un nuovo mercato emergente.

In quella zona, infatti, la crescita economica è più rapida rispetto alle altre regioni e le opportunità di affari sono maggiori, spinte dalla crescita demografica e dall’urbanizzazione, con la nascita di nuove enormi città che sorgono negli Stati del Golfo, in Turchia e in Nord Africa.

Così comunica Ernst & Young, presentando la ricerca BaroMed Attractivness Survey 2015 “The Next Opportunity” (che ha coinvolto 156 dirigenti di 20 paesi del mondo) al Convegno internazionale Strategic Growth Forum, dedicato alle strategie di crescita dei Paesi dell’area mediterranea, alle possibili sinergie con quelli europei e al ruolo che l’Italia può assumere in questo contesto.
Il convegno ha visto protagonisti il 16 aprile 2015, a Roma, oltre 70 rappresentanti delle più importanti aziende dei Paesi dell’area mediterranea di fronte ad una platea composta da oltre cinquecento imprenditori. I dati emersi destano stupore, anche se, sorprendentemente, hanno avuto scarsa attenzione da parte dei media. 
Secondo la ricerca, tra il 2009 e il 2013, i Paesi del Mediterraneo, Medio Oriente e quelli del Golfo hanno attirato 17.110 progetti di investimenti stranieri diretti, principalmente realizzati nell’area dell’Europa mediterranea e dei Paesi del Golfo. Ben più consistenti saranno quelli che arriveranno nei prossimi anni.

Donato Iacovone, Amministratore Delegato di Ernst & Young in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea, afferma:

Nell’immediato futuro si prevede una crescita positiva e gli investitori sembrano dimostrare interesse nella Regione. Grazie ad un mercato non ancora saturo e alle risorse presenti, non solo l’Europa e gli Stati Uniti, ma anche Cina e India considerano l’area come una meta altamente attrattiva per gli investimenti.”

Le aziende considerate più interessanti sono quelle appartenenti ai settori delle telecomunicazioni, dei media, delle tecnologie, della vendita al dettaglio, dei prodotti di consumo e dell’energia.
Sfruttando la posizione centrale tra Europa, Asia e Africa, la Regione sta sviluppando i settori dell’immobiliare, del turismo e del commercio al dettaglio con l’ambizione di diventare una destinazione primaria ed una delle più importanti mete turistiche del mondo**.
Ciò che rimane problematico, secondo gli investitori, sono i rischi all’interno della Regione: l’instabilità (una media del 53% nelle 5 sotto-regioni) e la mancanza di trasparenza (29%) sono i principali ostacoli agli investimenti e ad una crescita sostenibile. Tuttavia, nel medio periodo, tale livello d’instabilità dovrebbe diminuire. Concorrono in questa direzione diversi fattori, quali una sorprendente contrazione del tasso di fertilità regionale e la fragilità di un’IS oggi molto sopravvalutato.***
Sul sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri, gli avvisi per le unità di crisi particolari nel mese di giugno 2015, sui Paesi che ci interessano, riguardano solo Israele, nella cui nota all’interno sono citati anche Libia, Libano e Siria (consigliano in ogni caso di consultare il sito dell’Home Front Command israeliano www.oref.org.il).
L’Italia non deve e non vuole rimanere a guardare, anche perché secondo Ernst & Young “nel 2050, le economie emergenti della Regione supereranno in termini di PIL, di crescita, d’innovazione e di adozione di tecnologie rivoluzionarie alcuni dei Paesi sviluppati”. 
Insomma, dialogo, patrimonio e diversità culturali contribuiranno alla crescita di una delle Regioni più affascinanti del mondo.