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LA SANITÀ MODERNA “UNDER THE SICILY SUN” di Maurizio Campagna – Numero 3 – Gennaio 2016

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Quando si è moderni? Si è moderni quando non si teme il cambiamento. Quando, ad esempio, si fa apparire qualcosa come inesorabilmente superato. E quando si è moderni in sanità? Quando si supera un concetto vecchio di assistenza e si accoglie un significato nuovo di benessere; quando, cioè, la salute all’interno delle strutture diventa uno stato soggettivo e smette di essere solo una dimensione oggettiva coincidente con l’assenza di patologie.

LA SANITÀ MODERNA “UNDER THE SICILY SUN”

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Finalmente insieme, gestione clinica e organizzativa, senza essere l’un con l’altro armate. In questo connubio vi è finalmente il riconoscimento che le aziende sanitarie sono strutture complesse dove i professionisti della salute devono coabitare con i titolari delle funzioni gestionali.

non solo quando si ha la disponibilità dell’ultima versione della tecnologia sanitaria, ma quando la struttura è permeata da una cultura aziendale industriale, orientata ai risultati;

C’è progresso

Così l’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT) di Palermo sembra seguire l’imperativo del poeta “Bisogna essere assolutamente moderni”
“Geneticamente” l’ISMETT è un contenitore di innovazione. Frutto della partnership internazionale tra la Regione Siciliana per il tramite dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (ARNAS) Civico di Palermo e l’UPMC (University of Pittsburgh Medical Center), l’Istituto è un esempio del modello organizzativo delle sperimentazioni gestionali previste dalla legge di riordino del servizio sanitario. La cosiddetta controriforma della sanità del 1992 ha disciplinato la possibilità di attuare sperimentazioni gestionali attraverso convenzioni con organismi pubblici e privati per lo svolgimento in forma integrata sia di opere che di servizi in un’ottica di miglioramento della qualità dell’assistenza. A tal fine le Regioni possono costituire società miste a capitale pubblico e privato. L’ISMETT ha la forma di una società a responsabilità limitata il cui capitale è suddiviso tra Azienda Ospedaliera Civico di Palermo (55%) e UPMC (45%) e, in questo quadro normativo, rappresenta il risultato virtuoso di una collaborazione tra pubblico e privato in sanità, culturalmente ancora condannati da un pregiudizio storico a occupare fronti contrapposti.
Dal punto di vista della natura di ente sanitario, l’ISMETT è un IRCCS (Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico) di diritto privato. Il carattere scientifico, riconosciuto alla struttura sulla base degli specifici requisiti stabiliti dal d.lgs. del 2003 che ha provveduto al riordino degli IRCCS, consente alla stessa di accedere a un finanziamento statale appositamente finalizzato alla ricerca ulteriore rispetto a quello già erogato dalla Regione di appartenenza. In particolare, con decreto del Ministero della salute del 12 settembre 2014, all’Istituto è stato riconosciuto il carattere scientifico nella disciplina “Cura e ricerca delle insufficienze sanitarie d’organo”. 
L’ISMETT è il primo ospedale italiano specializzato nei trapianti multiorgano.
Il Protocollo di intesa adottato dalla Conferenza Stato Regioni il 20 Marzo 1997, che ha dato vita all’Istituto, è un vero e proprio manifesto per le politiche sanitarie al sud d’Italia. Tra gli obiettivi dichiarati vi sono “lo sviluppo di un nuovo modello di gestione medica ed organizzativa nel settore sanitario, capace, tra le altre cose, di portare in Sicilia, grazie alla collaborazione tra UPMC e la Regione Sicilia, i benefici della ricerca e della formazione, propri della partner statunitense” e “la realizzazione di un modello che dimostri come il settore pubblico e quello privato possano positivamente unire le forze, al fine di contribuire allo sviluppo economico del sud del Paese”.

se le differenze di genere sono valorizzate nell’ottica di un’accoglienza efficace. Se pubblico e privato finalmente cooperano. Quando le esperienze nazionali e internazionali si contaminano.

la sanità è un settore produttivo e che il suo funzionamento deve rispondere a logiche industriali di produzione se si vuol raggiungere l’obiettivo di un più ampio accesso alle cure.

Ma se nel modello azienda pubblica non è ancora superata la guerra fredda tra medici e management, il modello gestionale dell’ISMETT sembra abbattere il muro tra le due anime aziendali. 
Finalmente insieme pubblico e privato impegnati in un obiettivo comune. Costruire l’eccellenza in sanità in un settore complesso come quello dei trapianti. 
Il modello di innovazione dell’ISMETT ben potrebbe essere replicato fino a diventare il modo ordinario di gestione del settore sanitario. In un periodo di tagli e di preoccupazione per la sopravvivenza della sanità pubblica, iconografia del welfare all’italiana, una nuova modulazione dell’impegno pubblico e di quello privato dovrebbe finalmente rappresentare la nuova frontiera condivisa. Colpisce la dichiarata finalizzazione della partnership allo sviluppo economico del sud del Paese. Si conferma cioè che

L’ISMETT è un contenitore di innovazione. È moderno perché dimostra che pubblico e privato in sanità possono cooperare per raggiungere comuni obiettivi generali, superando quell’immagine di due poli contrapposti e divergenti.

Buona organizzazione, qualità dei servizi e buona pratica clinica sono all’ISMETT un unico blocco di eccellenza. L’Istituto, non a caso, è il primo ospedale del sud ad aver ricevuto l’accreditamento da parte della Joint Commission International (JCI), uno dei più avanzati sistemi di accreditamento per l’assistenza sanitaria. Essere accreditati JCI vuol dire aver intrapreso un percorso continuo verso il miglioramento della qualità e delle performance, ma soprattutto è una chiara indicazione sul cambiamento culturale in atto presso l’Istituto. Gli sforzi per raggiungere il traguardo ambito dell’accreditamento non sono percepiti come un costo economico e organizzativo, ma come investimento a lungo termine per la competitività e la sostenibilità della struttura. Chi sceglie il percorso JCI sceglie di sottoporsi a una serie di valutazioni severe da parte di esperti esterni sui più svariati profili attinenti alla qualità delle cure. 
Ma

Tutte le ragioni di una sanità moderna, compresa la salvaguardia della salute di genere, sono promosse presso ISMETT che rappresenta un polo di eccellenza per la Sicilia e per il sud, ma anche per l’intera utenza che si affaccia sul Mediterraneo.

I bollini rosa, assegnati dall’Osservatorio Nazionale per la salute delle Donne, segnalano le strutture che si prendono cura delle donne a partire dalla consapevolezza che la differenza è una ricchezza. Da valorizzare anche in un’ottica di corretto impiego delle risorse e di un più ampio accesso ai servizi erogati.
E dopo un lungo elenco di risultati eccellenti non sanitari, l’ISMETT continua a primeggiare anche nel core business di un ospedale: è di questi giorni la notizia che l’istituto si colloca ben al di sotto della media nazionale con riferimento all’indicatore della mortalità a 30 giorni dello 0% dopo un intervento di chirurgia per tumore al polmone, fegato e colon, a fronte di medie nazionali che si attestano rispettivamente al 1,3%; al 2,65% e al 4,07%. Con riferimento all’attività per la sostituzione di valvole cardiache, invece, la mortalità a 30 giorni presso ISMETT è dello 0,93%, contro una media nazionale del 2,84%. Il risultato è certificato dal PNE, Programma Nazionale Esiti, condotto da AgeNaS, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari.

È moderno perché dimostra che la qualità delle cure non attiene soltanto al profilo sanitario, ma anche a tanti altri fattori che nel loro inestricabile insieme contribuiscono alla produzione del valore salute. L’ISMETT sostituisce l’autoreferenzialità al confronto, accorcia le distanze e avvicina il mondo, facendo di Palermo e della Sicilia due luoghi del progresso.

ISMETT è inserito anche nel network degli ospedali “vicini alle donne” vale a dire quelle strutture che riservano particolare attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza femminile.

La vocazione internazionale in un settore specialistico come quello dei trapianti è senza dubbio un’eccellenza nell’eccellenza. Il confronto su una dimensione extranazionale significa poter affacciarsi regolarmente su una finestra aperta sul mondo, sul progresso e sul confronto. Vuol dire poter contare su una comunità scientifica senza confini. È come se vi fosse un ponte per il transito delle idee dalla Sicilia agli Stati Uniti. Iniziative come questa contribuiscono a far cessare l’isolamento del Sud. Cosa vuol dire Sud? Spesso non è soltanto un’indicazione della bussola, ma al di là della geografia, con “sud” si indicano luoghi malati di marginalità, lontani dal flusso delle novità e del progresso.

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