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PROFUMO DI PARCO di Francesco Festuccia – Numero 9 – Dicembre 2017

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PROFUMO DI
PARCO

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vicino a Pescasseroli, nel cuore abruzzese di quel Parco Nazionale incontaminato che si estende fino al Lazio e al Molise, 

 

ritrova per un attimo i profumi peculiari di quella natura unica. È una sensazione fortissima che vorrebbe portarsi appresso. Ma come?

 

Solo lì ci sono le piante che crescono per la maggior parte nell’area protetta: il maggiociondolo con la sua aria di fresco e di leggero, le bacche di ginepro, il caprifoglio, la ginestra, l’angelica selvatica, 

il giaggiolo, il muschio e infine il faggio, predominante 

nei boschi del Parco.

 

La percezione rimane. E scatta l’intuizione: condividere questa sensazione. Come farlo se non racchiudendole tutte in una fragranza? Con un socio e con l’entusiasmo dell’ente del Parco comincia l’avventura della creazione di un profumo. Viene contattato un famoso “naso”, maestro profumiere, per ricreare la magia di quegli odori. È un processo lungo e minuzioso che porterà a quaranta prove tra cui solo una, dopo un lungo consulto con amici ed esperti, finalmente viene “eletta” come vincitrice. Ma la cura non finisce alla sola sensazione olfattiva. Ci vuole molto di più. 

 

Come coniugare l’aria e l’area selvaggia e impervia del luogo
con la raffinatezza di una eau de toilette

 

Allora pensare una bottiglia, un colore. Un simbolo. Ed ecco il verde, che non può essere uno qualunque: forte e intenso, moderno ma che ricordi il passato. La scelta anche qui è arrivata dopo tante prove. Il legame con il territorio è davvero materiale: intorno al collo della bottiglia c’è un anello di pietra gentile, che viene usata dagli abitanti di Pescasseroli per costruire case e chiese e che si impregna dei profumi della terra. Poi qualcosa che evochi immediatamente il luogo, cioè l’orso, vista la sua presenza stabile nelle foreste di tanti esemplari e le non poche incursioni “cittadine”, testimoniate dai tanti divertiti e impauriti avvistamenti che hanno fatto diventare l’animale una moderna star dei social, oltre che storico simbolo abruzzese. Anche qui la scelta dell’immagine ha richiesto del tempo: la grandezza, la posizione della testa… Mille prove.

 

E così nasce l’eau de toilette “Parco 1923”, nome e numero omaggio all’anno di fondazione del Parco Nazionale d’Abruzzo.

 

Ma questo è solo l’inizio della nostra favola. Il mondo della moda si interessa al fenomeno: le riviste “Marie Claire” e “Vogue” gli dedicano un ampio spazio, i giornali ne parlano. E l’essenza comincia ad essere venduta nelle profumerie più ricercate. Ma ci voleva una casa madre. E allora il mix di cultura e ritorno alla terra d’origine dà vita a un raffinato store al centro di Pescasseroli, che, evocando Saint Moritz e Cortina, ricorda le ambientazioni montane (e mondane) più affascinanti. 

 

Una bella storia di ritorno alle origini e di amore per la propria terra
che si concretizza non solo nel portare la sua “essenza”,
nel vero termine della parola, in giro per il mondo,
ma anche in un aiuto concreto per la salvaguardia
della flora del Parco, devolvendo una quota
per ogni flacone venduto. 
 

 

È una goccia, in questo caso di profumo, che va ad alimentare qualcosa che è unico e irripetibile. La favola non finisce qui, perché il cantiere è aperto e all’opera sono ancora i maestri profumieri e gli stilisti per creare altri modi per immergersi in quei profumi, come un bagno schiuma, o indossarli, come un accappatoio o un costume. L’orso naturalmente ringrazia…: ci sta volentieri ad essere annusato e portato in giro per il mondo.

ma ci piace usarlo ora per una piccola favola moderna che vede protagonisti un profumo e un parco naturale. Tutto comincia in sella ad un cavallo (questo sì come nelle vecchie favole) con una passeggiata di un noto comunicatore, milanese d’adozione, tornato per un momento nella sua terra d’origine. Lì, 

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