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IL PULO DI MOLFETTA – Gemme del Sud – Numero 19 – Dicembre 2020 gennaio 2021

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IL PULO  DI MOLFETTA

 

Gemme del Sud

Molfetta

 

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Uno dei più rilevanti monumenti naturali che si trovano nell’area costiera a nord di Bari è il Pulo di Molfetta, situato a circa due chilometri dalla città da cui prende il nome. 

“Pulo” è il termine che nell’area murgiana si utilizza per indicare la dolina, cioè 

 

una cavità formatasi per la dissoluzione della roccia calcarea 

ad opera dello scorrere di acque superficiali,


esempio tipico del fenomeno del carsismo, che interessa tutta la Puglia.  

Il Pulo di Molfetta è una vasta voragine di forma ovoidale e profonda 30 metri, creatasi in seguito al crollo della volta di numerose cavità sotterranee, con pareti a strapiombo, 

all’interno delle quali si aprono molteplici grotte su differenti altezze 

e comunicanti tra loro.


La più spettacolare fra tali grotte è quella, con sviluppo su tre livelli, detta “del Pilastro”, dal pilastro calcareo presente sull’ultimo livello. 

Il cedimento della volta sembrerebbe risali+re all’epoca del Neolitico, come si deduce dagli importanti reperti archeologici ritrovati nella zona, che testimoniano anche la presenza di comunità che vivevano nei pressi della dolina. All’epoca in quell’area scorreva copiosamente l’acqua, responsabile dell’erosione della roccia e del conseguente crollo. 

Sul lato occidentale della voragine, in una posizione elevata dalla quale la si osserva molto bene, è di notevole interesse l’ex monastero dei Cappuccini, oggi di proprietà privata, costruito nel 1536 e attivo fino al 1574, successivamente convertito in Lazzaretto.

Verso la fine del Settecento, sul fondo del Pulo, grazie al fatto che le sue grotte 

erano ricche di nitrati, componenti naturali della polvere da sparo, 

i Borboni autorizzarono la realizzazione di una nitriera,


cioè una vera e propria fabbrica per l’estrazione e la lavorazione di tali minerali. Il Pulo è dunque anche un prezioso esempio di archeologia industriale. 

Estremamente importante è inoltre la biodiversità faunistica e botanica, per la presenza di piante sia autoctone, sia introdotte dall’azione umana. 

 

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