VIAGGIANDO VERSO IL SUD: LA MYRRHA DI ATI di Venera Coco – Numero 1 – Luglio 2015

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non poteva non sentire la necessità di forgiare per esso un nome che potesse tradurre il senso della propria scelta. Nella fucina del proprio pensiero ha preso forma un termine che più di altri ricorda la cultura mediterranea, la Mirrah che da sempre accompagna l’immaginario attraverso i deserti, le dune, le essenze e i colori di popoli dai mille segreti. Le leggere sfumature che ricordano l’ambra, l’ocra profumata delle ginestre che spezza le braccia robuste e scure della lava, la fragranza sparsa dalle sue ali polverose, non possono non ricordare le terre, che come in una danza, volteggiano sul Mediterraneo, abitate da popoli così diversi eppure così simili da intrecciare i loro canti.

Non a caso i canoni della bellezza classica esaltano il semidio Adone che nasce proprio dalla dea Mirra e perfino Ati – divinità della rinascita della vegetazione – usava impomatarsi i capelli con l’unguento dal nome divino.
Allora appare chiaro come quel nome, misterioso e soave, riesca ad indicare ogni piccolo dettaglio di una cultura che ripercorre le orme antiche per tracciare un nuovo cammino, uno slancio verso nuove interpretazioni, visioni che si proiettano verso il futuro, nel tentativo di rappresentare lo stile, l’inventiva e il talento di giovani designer.

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VIAGGIANDO VERSO IL SUD: LA MYRRHA DI ATI

 

Ed è proprio nel Sud Italia che si verifica questo miracolo; malgrado venga considerato ‘periferia di un’Europa produttiva’ è stato, quasi timidamente, il polmone che ha consentito alla Milano modaiola di andare avanti, gloriosamente. Qui si sono formati alcuni dei designers più influenti degli ultimi quarant’anni. Domenico Dolce a Polizzi Generosa in provincia di Palermo, Gianni Versace a Reggio Calabria, Marella Ferrera a Catania, Ennio Capasa a Lecce, Antonio Marras ad Alghero, tutti hanno permesso che il loro background fosse un punto di forza, non un’eredità di cui vergognarsi, tantomeno un “minus” di cui tener conto. 
Hanno saputo creare un espediente, una frenesia espressiva e comunicativa che solo chi vive al Sud può comprendere, un caotico ed eccitante big bang, un humus creativo che ha germogliato in tanti altri confini stilistici, rafforzandone la coscienza e la voglia di fare. Francesco Scognamiglio, Tommaso Aquilano, Fausto Puglisi, Maurizio Pecoraro, Marco De Vincenzo, Luisa Beccaria, Antonio Berardi, Carlo Alberto Terranova hanno raccolto il testimone per passarlo a loro volta al talento di altri giovani designer, che interpretano il loro essere “mediterranei” non come uno svantaggio, ma piuttosto come una meravigliosa risorsa. Nuove forme, nuovi colori e tessuti sono nati dall’estro di Claudio Cutugno, Ivano Triolo, Piccione•Piccione, AntPitagora, Vincent Billeci, Nhivuru, Francesco di Giorgi, Alessandro Enriquez, Daniele Carlotta e Sergio Daricello, fino alla realizzazione di un prodotto esclusivo nel quale sono presenti la forza e l’energia che questa terra conserva nelle sue viscere. La storia e la bellezza hanno reso unici questi luoghi, su cui aleggia il profumo della Mirrah. Basterebbe solamente tenere fra le dita i manufatti creati con tale maestria per riportare alla memoria di ciascuno le radici di una terra incantevole, spesso incompresa, che vuol guarire le sue ferite spargendo sale.

 

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