BRUJA E ACCABADORA: IN SARDEGNA L’ORIGINE DEL MITO? di Giovanna Mulas – Numero 1 – Luglio 2015

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s’accabadura e che questa resistesse solo tra le persone che, pur con etichetta cristiana, ancora praticavano costumi pagani a debellare i quali ha indubbiamente contribuito il concilio di Trento col rinnovamento della Chiesa cattolica. Secondo Edward Neville Rolfe l’adorazione di Diana era diffusa al punto che, quando il cristianesimo si sostituì al paganesimo, gran parte del simbolismo pagano fu adattato ai nuovi riti e questo rese relativamente semplice la transizione dalla venerazione di Diana a quella della Madonna. E’ da presumere che sia apparsa in Sardegna già dal periodo neolitico, quando popolazioni asiatiche, durante le migrazioni e a ondate successive, approdarono nell’isola. Le loro pratiche conducono ad uno sciamanesimo di tipo siberiano e centro asiatico, confermate dalle tradizioni funerarie e le credenze comuni.

quali le scuole occulte di magia, il Neo-Platonismo, la Cabala, le eresie cristiane, la magia e il dualismo persiani, unitamente ai resti della teologia greca ed egiziana in voga ad Alessandria nel terzo e quarto secolo d.C., nella Casa della Luce nel Cairo del nono secolo,

’esasperazione dell’assurda demonologia del Malleus Maleficarum non fu il logico sviluppo di un’idea religiosa ma il risultato sociale di una rinnovata guerra ideologica e del conseguente clima di paura.

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BRUJA E ACCABADORA: IN SARDEGNA L’ORIGINE DEL MITO?

 

L’Angius si domanda se la pratica alquanto stregonesca dell’accabadura possa provenire dal geronticidio che i figli praticavano anticamente verso i padri settantenni,

e in effetti numerose testimonianze che ho raccolto per il mio ‘Nessuno doveva Sapere, Nessuno doveva Sentire’ fanno riferimento ad un’antica oralità tramandata loro di “montagne di Baunei o Elini da dove venivano buttati i vecchi perché troppo vecchi e malati. Anche ai piccioccheddos maladios (ragazzini, bambini malati o nati deformi – N.d.A.) facevano questa faccenda”.

Una delle tattiche più efficaci adottate dalla chiesa cristiana nei confronti dei convertiti o dei potenziali convertiti che continuassero a adorare i loro dei pagani, era di demonizzare quegli dei affermando che erano effettivamente demoni o il Diavolo stesso. Poiché questa equazione veniva fatta frequentemente, i cristiani cominciarono a rappresentare il diavolo secondo la visione che i pagani avevano dei loro dei.

Questo perché, negli antichi tempi pagani, gli umili non sapevano che tutti gli uomini erano uguali davanti a un Dio, e che anche come schiavi avevano dei diritti sulla terra.

Che molti abusi fossero mitigati ed esistessero santi benevoli non cambia la realtà dei fatti e cioè che in generale, per molti secoli, l’umanità sia vissuta in condizioni peggiori di prima e la causa maggiore di questa sofferenza si potrebbe addebitare ad una nuova consapevolezza dei diritti negati,

Se Edwards e Tendale hanno fatto cenno a uomini dediti all’accabadura, lo Spano include il termine nel suo vocabolario solo al femminile. Scrive: “accabadoras, ucciditrici, uccidenti”. La tradizione lascerebbe intendere che la parte della popolazione più cristianizzata fosse riuscita a debellare 

cosa che rappresenta di per se stessa una tortura. Queste circostanze erano rese più dure dalle prediche continue al popolo: era un dovere soffrire e sopportare oppressione e tirannia, e i diritti dell’ autorità di ogni tipo erano tali da giustificare anche i peggiori abusi. Difendendo l’autorità dei nobili, la Chiesa conservava la propria. L’era della grande caccia alle streghe fu l’epoca delle grandi rivolte popolari nella storia d’Europa, secoli che videro guerre civili religiose e le prime rivoluzioni nazionali dell’età moderna. I disordini terrorizzavano i membri delle classi dominanti di tutta Europa, le loro paure si rispecchiavano nella fantasia del sabba. Alla pari dello stesso diavolo che aveva intrapreso la sua carriera con un atto di ribellione verso Dio, la strega rappresentava la quintessenza del ribelle. I cacciatori di streghe, citando la Bibbia, proclamavano che “la ribellione è come il peccato di stregoneria”, i realisti scozzesi, nel 1661, proclamavano che “la ribellione è la madre della stregoneria”. Alcune credenze di chiara origine pagana, connesse ai culti della fertilità, sono il risultato di sedimentazioni antichissime sulle quali si sono innestate superstizioni medioevali, e stereotipi inquisitoriali. Il culto di Artemide-Diana, successivamente chiamata Herodiade, Heroda, Arada, Holda, Perchta, è giunto fino a noi deformato dalle demonizzazioni effettuate nel corso del medioevo. Alla divinità lunare in periodo cristiano si sovrappose il nome di Sant’Anna, cui vennero dati gli stessi attributi della luna. Nei testi sacri di tutti i popoli a creare l’Universo è un dio maschile: Jhave’, Budda o Brama. Nella stregoneria il principio primordiale è femmina.

Nello straordinario conflitto di correnti contrastanti

possiamo notare che l’uguaglianza della donna rappresentava dottrina prominente. Era Sofia, o Elena la donna affrancata, considerata come il vero Cristo che avrebbe salvato l’umanità.

Dai testi dei concili, dei capitolari e dei penitenziali, vengono indicazioni molto precise sulla modificazione interpretativa del fenomeno magico e dei rituali pagani residui. Si andava affermando un modus operandi che considerava magia e culto del diavolo anche pratiche religiose altre. Nell’alto medioevo i testi giuridici propongono termini come striges, strigae, lamiae: demoni femminili pagani dediti a truculenti rituali notturni, creature accomunate alle cosiddette herbarie. Se studiamo nel suo contesto il rilancio della persecuzione contro la stregoneria nel 1560-1570, possiamo renderci conto che la responsabilità dell’isteria collettiva sulla materia non è esclusivamente dei protestanti o dei cattolici, ma di entrambi; della lotta fra costoro.

La prima edizione del Malleus Maleficarum risale all’inverno 1486, fu stampata a Strasburgo. Fino al 1669 seguirono 34 edizioni, giungendo a più di trentacinquemila copie. Con la lotta alla stregoneria il cristianesimo ribaltava sulle donne del diavolo le imputazioni che il paganesimo aveva rivolto alle prime sette cristiane. Accanto alle accuse ricorrenti di ateismo, empietà, sacrilegio, contro i cristiani non mancarono l’accusa d’incesto, di cannibalismo, di culti orgiastici, scandalosi convegni notturni.

Secondo gli apologisti cristiani, la propaganda anticristiana che ebbe un peso determinante sulle persecuzioni fu dovuta in parte all’ignoranza del messaggio evangelico, quindi della condotta irreprensibile dei cristiani, ed in parte all’odio e al fanatismo delle masse popolari. Tra gli inizi del XIII secolo e la fine del XVII si calcola che siano state inquisite, incarcerate, torturate oltre nove milioni di persone, di cui un terzo finì al rogo.

Deduciamo non la scomparsa di un’accabadura quanto il perseverare del nasconderne la pratica agli occhi alieni.

 

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